Io e Francesco scegliamo maggio come mese per la nostra visita alle Cicladi per evitare appositamente la bolgia di turisti, e goderci quei luoghi con la massima calma e la sensazione di intimità. La nostra scelta si rivelerà azzeccatissima, in quanto maggio regala alle nostre isole già tutto il calore e la luminosità dell'estate.
GIORNO 1: ATENE
Partenza il 6 maggio 2012 con volo easyJet e arrivo ad Atene nel pomeriggio. Con l'autobus X96 raggiungiamo la zona del Pireo. Abbiamo prenotato il nostro hotel quì, ritenendolo più comodo per la partenza l'indomani mattina alle 6:30. L'hotel scelto tramite Trip Advisor si chiama Phidias ed è fornito di un ottimo servizio di pick up gatuito da e per il porto: su suggerimento telefonico della receptionist, scendiamo alla fermata predefinita e dopo qualche minuto viene a prenderci un furgoncino per trasferirci in hotel. La struttura è stata rimessa a nuovo da poco: stanze ben arredate e pulite, ottima scelta ad un prezzo economicissimo; decidiamo di confermare l'hotel anche per il giorno di rientro dalle isole. Velocemente ci cambiamo e ci rechiamo in zona portuale per cambiare in biglietti cartacei le prenotazioni on line dei traghetti, e poi diretti alla fermata della metropolitana per raggiungere il cuore di Atene: dal Pireo, prendete la linea 1, scendete a Monastiraki e vi troverete in una deliziosa piazzetta ai piedi dell'acropoli (sebbene alle sue spalle). Da lì partono delle viuzze che vi condurranno nel quartiere della Plaka, pieno di negozi e taverne. Decidiamo di cenare da Tou Psarra, ristorantino con una veranda vista acropoli
(anche se sempre di spalle): delle sfoglie al formaggio e ai porri, una moussaka, un souvlaki, un bicchiere di vino e una birra a € 30. Avevo delle perplessità sulla qualità del cibo, trattandosi di un ristorante e non di una classica e più casereccia taverna, ma i piatti che abbiamo gustato hanno smentito qualsiasi dubbio. Dopo cena, di rientro in hotel: l'indomani inizia il viaggio vero e proprio!
(anche se sempre di spalle): delle sfoglie al formaggio e ai porri, una moussaka, un souvlaki, un bicchiere di vino e una birra a € 30. Avevo delle perplessità sulla qualità del cibo, trattandosi di un ristorante e non di una classica e più casereccia taverna, ma i piatti che abbiamo gustato hanno smentito qualsiasi dubbio. Dopo cena, di rientro in hotel: l'indomani inizia il viaggio vero e proprio!
GIORNO
2: PAROS
Partenza
ore 7:25 con il traghetto della Blue Star Ferries, direzione Paros.
Definirlo traghetto è davvero riduttivo: la nave è molto grande e
finemente arredata, sembra una mini crociera! Il viaggio dura circa 4
ore e verso le 11:30, finalmente, il ponte della nave inizia ad
aprirsi lentamente: stiamo per mettere piede in terra cicladica!
L'accoglienza è calorosa: davanti ai nostri occhi tante casette
bianche, un sole splendido e un uomo col cartello "pension Sofia" ad attenderci.
La pensione Sofia è una bella villetta circondata da tanto verde, appena fuori dalla zona portuale di Parikia (la città principale di Paros). I proprietari sono una simpaticissima coppia di greci, Manolis e Sofia, che si prendono cura della struttura in tutto e per tutto, dandoti costantemente quella sensazione di sentirti a casa tua. Vista la nostra stanza e il nostro balconcino, decidiamo di avventurarci alla scoperta dell'isola e Manolis ci consiglia un posto vicino l'hotel in cui noleggiare un quad. L'ufficio si chiama Kondilis e si trova sulla strada che dal porto prosegue più avanti, lasciandosi il mulino a vento alle spalle e il mare a sinistra, appena dopo un supermercato. Ad accoglierci un ragazzo spagnolo che ci noleggerà un quad 150 a 15 euro al giorno, dandoci anche utili suggerimenti su cosa vedere nell'isola. Piccola parentesi: abbiamo notato quanto disciplinati alla guida siano gli abitanti dell'isola. Nessuno corre per strada o azzarda sorpassi rischiosi... Un vero piacere per la guida! Cartina alla mano, partiamo per la nostra esplorazione, direzione nord. Passiamo dalla spiaggia di Kolimbithres, esploriamo la zona fino ad arrivare alla chiesa di Ag. Ioannis, e poi riprendiamo la strada per Naoussa. Arrivati qui, il deserto attorno a noi: uno splendido paesino sul mare, tutto bianco e blu, immerso nel più totale silenzio della siesta pomeridiana. Piccolo appunto: durante tutta la nostra permanenza sull'isola, abbiamo potuto notare che tutte le attività commerciali (esclusi ovviamente i bar e i ristoranti) rimangono chiuse al pomeriggio fino alle 17/17:30 circa
La pensione Sofia è una bella villetta circondata da tanto verde, appena fuori dalla zona portuale di Parikia (la città principale di Paros). I proprietari sono una simpaticissima coppia di greci, Manolis e Sofia, che si prendono cura della struttura in tutto e per tutto, dandoti costantemente quella sensazione di sentirti a casa tua. Vista la nostra stanza e il nostro balconcino, decidiamo di avventurarci alla scoperta dell'isola e Manolis ci consiglia un posto vicino l'hotel in cui noleggiare un quad. L'ufficio si chiama Kondilis e si trova sulla strada che dal porto prosegue più avanti, lasciandosi il mulino a vento alle spalle e il mare a sinistra, appena dopo un supermercato. Ad accoglierci un ragazzo spagnolo che ci noleggerà un quad 150 a 15 euro al giorno, dandoci anche utili suggerimenti su cosa vedere nell'isola. Piccola parentesi: abbiamo notato quanto disciplinati alla guida siano gli abitanti dell'isola. Nessuno corre per strada o azzarda sorpassi rischiosi... Un vero piacere per la guida! Cartina alla mano, partiamo per la nostra esplorazione, direzione nord. Passiamo dalla spiaggia di Kolimbithres, esploriamo la zona fino ad arrivare alla chiesa di Ag. Ioannis, e poi riprendiamo la strada per Naoussa. Arrivati qui, il deserto attorno a noi: uno splendido paesino sul mare, tutto bianco e blu, immerso nel più totale silenzio della siesta pomeridiana. Piccolo appunto: durante tutta la nostra permanenza sull'isola, abbiamo potuto notare che tutte le attività commerciali (esclusi ovviamente i bar e i ristoranti) rimangono chiuse al pomeriggio fino alle 17/17:30 circa
Ci
fermiamo a pranzare da Moschonas,
piccolo ristorantino con i tavoli disposti su una piazzetta all'aperto sul mare, e gustiamo delle ottime polpettine di pomodoro e zucchine, un'insalata greca e del pesce fritto, accompagnati da acqua, spendendo la cifra di € 30. Successivamente, ci renderemo conto che in quest'isola si mangia divinamente dappertutto, spendendo delle cifre davvero ragionevoli! Con la pancia a posto per il resto del pomeriggio, torniamo in sella al nostro fidato amico e prendiamo la strada verso est, per poi dirigerci a Lefkes, piccolo paesino dell'entroterra, che mantiene il fascino primitivo. Passeggiatina per i vicoletti deserti, succo d'arancia fresco e via verso Parikia. La strada intorno a noi è tutta aperta campagna, dai colori caldi del giallo e del verde, puntellata quà e là di piccole chiesette dalle cupole blu, costruite dalla gente del posto come altari votivi ad uso personale.
Per strada nessuno, la sensazione di avere quell'isola tutta per noi ci fa impazzire e sentiamo di esserne già pazzamente innamorati. Di ritorno in hotel per una doccia e via alla volta della visita della città di Parikia, questa volta immersi in una bella passeggiata a piedi, lungo il porto. Il sole è ancora caldo e alto all'orizzonte, anche se sono le 19:30 passate. I vicoletti del paesino si aprono di fronte a noi e ci inghiottono letteralmente, per poi restituirci alla parte opposta del lungomare, vicino alle rovine del castello e della chiesa adiacente. Decidiamo di mangiare una cosa al volo e tornare con calma in hotel: la giornata è stata lunga e abbiamo un disperato bisogno di riposare.
piccolo ristorantino con i tavoli disposti su una piazzetta all'aperto sul mare, e gustiamo delle ottime polpettine di pomodoro e zucchine, un'insalata greca e del pesce fritto, accompagnati da acqua, spendendo la cifra di € 30. Successivamente, ci renderemo conto che in quest'isola si mangia divinamente dappertutto, spendendo delle cifre davvero ragionevoli! Con la pancia a posto per il resto del pomeriggio, torniamo in sella al nostro fidato amico e prendiamo la strada verso est, per poi dirigerci a Lefkes, piccolo paesino dell'entroterra, che mantiene il fascino primitivo. Passeggiatina per i vicoletti deserti, succo d'arancia fresco e via verso Parikia. La strada intorno a noi è tutta aperta campagna, dai colori caldi del giallo e del verde, puntellata quà e là di piccole chiesette dalle cupole blu, costruite dalla gente del posto come altari votivi ad uso personale.
Per strada nessuno, la sensazione di avere quell'isola tutta per noi ci fa impazzire e sentiamo di esserne già pazzamente innamorati. Di ritorno in hotel per una doccia e via alla volta della visita della città di Parikia, questa volta immersi in una bella passeggiata a piedi, lungo il porto. Il sole è ancora caldo e alto all'orizzonte, anche se sono le 19:30 passate. I vicoletti del paesino si aprono di fronte a noi e ci inghiottono letteralmente, per poi restituirci alla parte opposta del lungomare, vicino alle rovine del castello e della chiesa adiacente. Decidiamo di mangiare una cosa al volo e tornare con calma in hotel: la giornata è stata lunga e abbiamo un disperato bisogno di riposare.
GIORNO
3: PAROS
Gli
uccellini, il gallo e la natura tutta che abita il giardino di villa
Sofia ci accolgono in questo nuovo giorno, destinato all'esplorazione
della costa est dell'isola. Più confidenti con il nostro mezzo di
trasporto, decidiamo di avventurarci nelle stradine sterrate che
portano alle varie spiaggette della costa orientale, attraversando un
paesaggio di mulini a vento e ancora una volta chiesette bianche e
blu sparse quà e là a profusione. Per pranzo ci fermiamo a Piso
Livadi, taverna Halaris, che abbiamo letto essere una delle migliori
dell'isola. La taverna è la penultima prima di arrivare al molo e le
aspettative non vengono di certo smentite: antipastino misto di
specialità isolane, pesce grigliato e dolce offerto dalla casa, a
prezzi ancora una volta sbalorditivi se confrontati con la nostra
penisola (€ 45). Terminato il pranzo, Francesco decide di
voler circumnavigare la collinetta più alta dell'isola, fino a
raggiungere l'area delle antenne. La strada è totalmente sterrata,
tortuosa e impossibile da percorrere in macchina o motorino, ma la
vista è mozzafiato: Antiparos si stende davanti a noi in un mare che
ti fa venire voglia di non andare più via.
Una volta raggiunte le fantomatiche antenne, decidiamo di prendere l'altra strada che va giù per la collina, passando in mezzo a chiese e monasteri talmente belli da toglierti il fiato. Provo a chiedere di visitare quello di Ag. Theodoron, ma mi dicono che non è possibile, quindi torno in sella alla volta di Petaloudes e la valle delle farfalle. Purtroppo scopriamo che è ancora chiusa, e ci spingiamo poco oltre, verso il monastero di Christou Dasous, che ho letto visitabile dalle sole donne: lo troviamo chiuso ma prendo nota degli orari di apertura. Devo tornarci l'indomani, voglio assolutamente visitarlo. La strada che da Petaloudes ci riporta a Parikia scorre liscia come il vento (e sempre deserta). Stavolta decidiamo di cenare in un ristorantino vicino l'hotel, su consiglio di Manolis: elaea. Peperoni grigliati ripieni di feta e zuppa di cozze: prezzo poco più alto che in qualsiasi taverna, ma gusto altrettanto eccezionale
Una volta raggiunte le fantomatiche antenne, decidiamo di prendere l'altra strada che va giù per la collina, passando in mezzo a chiese e monasteri talmente belli da toglierti il fiato. Provo a chiedere di visitare quello di Ag. Theodoron, ma mi dicono che non è possibile, quindi torno in sella alla volta di Petaloudes e la valle delle farfalle. Purtroppo scopriamo che è ancora chiusa, e ci spingiamo poco oltre, verso il monastero di Christou Dasous, che ho letto visitabile dalle sole donne: lo troviamo chiuso ma prendo nota degli orari di apertura. Devo tornarci l'indomani, voglio assolutamente visitarlo. La strada che da Petaloudes ci riporta a Parikia scorre liscia come il vento (e sempre deserta). Stavolta decidiamo di cenare in un ristorantino vicino l'hotel, su consiglio di Manolis: elaea. Peperoni grigliati ripieni di feta e zuppa di cozze: prezzo poco più alto che in qualsiasi taverna, ma gusto altrettanto eccezionale
GIORNO
4: PAROS E ANTIPAROS
L'ultimo
nell'isola... Ahimè... Decidiamo di viverlo al massimo, come i
giorni precedenti, e ci dirigiamo verso il monastero che non sono
riuscita a visitare il giorno prima. Ma anche stavolta resto delusa:
nonostante l'orario sia quello di apertura, il portone è chiuso.
Magari è ancora bassa stagione e non si aspettano visite. Decidiamo,
perciò, di scendere verso Pounda e prendere il primo traghetto per
Antiparos,
l'isoletta che sta di fronte alla sorella maggiore. Traversata con
mezzo di trasporto annesso, al costo di 8 euro a testa a/r. In sella
al nostro quad partiamo per la
spiaggia di Agios Georgios,
fermandoci prima a visitare le cave: si tratta di un'enorme grotta
sotterranea, profonda circa 100 metri, all'interno della quale si
possono ammirare stalattiti e opere d'arte realizzate dalla natura
nel corso dei millenni. 5 euro a testa per 400 gradini da scendere
giù nel cuore della grotta... e da risalire! Stancante ma ne vale la
pena! Da quì, diretti poi ad Agios Georgios e, tramite una stradina
interna perfettamente asfaltata, verso Livadia, la spiaggia ad est
che dicono sia la più bella dell'isola. Non è vero si possa
raggiungere solo a piedi, ma benissimo anche in quad o macchina,
basta seguire le indicazioni stradali anche se in greco! Bagnetto
veloce per Francesco, per me giusto mezzora di sole, e poi
indietro alla volta del paese di Antiparos. Pranzo veloce in un bar,
giretto per le vie del paese fino a raggiungere il kastro e di nuovo
sul traghetto, per il rientro a Pounda. Da lì, prendiamo la strada
che costeggia l'aeroporto, alla ricerca del museo
Skorpios:
si tratta di un artigiano con la passione del modellismo, che ha
realizzato una miriade di velieri oltre che riproduzioni dei
monumenti più famosi delle isole Cicladi. Il museo è aperto solo la
mattina, ma abbiamo la fortuna di trovarlo aperto nel pomeriggio
grazie alla visita di un gruppo organizzato, e ci accodiamo a loro.
Di rientro verso Parikia, decidiamo di spingerci fino alla parte nord
della strada che costeggia il porto, e ci troviamo davanti a delle
spiaggette meravigliose, circondate da acqua cristallina, e arriviamo
fino ad un faro. Tornati indietro, decido di farmi lasciare nel
paesino di Parikia per un ultimo giro tra i vicoletti in solitudine,
in un'unione tra me stessa e il silenzio magico delle sue stradine.
Adoro perdermi tra le chiesette e le case della gente, e dopo aver
acquistato un piccolo souvenir torno a piedi in hotel. Per la cena
seguiamo ancora una volta i suggerimenti di Manolis e ci rechiamo
alla taverna Trata, il posto in cui mangio meglio durante tutte le
già deliziose pause nell'isola di Paros. Per chi viene dal porto,
occorre lasciarsi il mulino alle spalle e il mare a sinistra,
procedere per circa 500 metri, e all'altezza del ristorante elea
girare a destra, costeggiando l'antico cimitero. La taverna è li di
fronte, con i suoi piatti prelibati e i prezzi letteralmente da
sballo (€ 52 in due, per una cena luculliana)! A fine cena ci viene
pure offerto un dolce tipico, fatto di pasta sfoglia, crema e
cannella. E arriva l'ultima notte da trascorrere a villa Sofia,
triste per l'imminente partenza.
Paros mi è entrata nel cuore con i suoi paesaggi, le sue immense distese dorate, le piccole chiesette di campagna dalle cupole blu e le sue baie. Ma cresce l'entusiasmo tipico dei bambini per quella che sarà, l'indomani, la tappa più attesa di questo tour, quella che non mi fa dormire da tempo per l'emozione: Santorini!
Paros mi è entrata nel cuore con i suoi paesaggi, le sue immense distese dorate, le piccole chiesette di campagna dalle cupole blu e le sue baie. Ma cresce l'entusiasmo tipico dei bambini per quella che sarà, l'indomani, la tappa più attesa di questo tour, quella che non mi fa dormire da tempo per l'emozione: Santorini!
GIORNO 5: SANTORINI
Prime
ore della mattina a goderci il giardino di villa Sofia, e poi Manolis
ci accompagna al porto, dove il traghetto della Blue Star Ferries ci
aspetta alla volta della nostra isola vulcanica. Alle 15:15 circa, il
traghetto entra dentro la caldera, affiancandosi a navi da crociera
ormeggiate, dandoci una veduta dal basso dei paesini arroccati in
cima all'isola: mi sembra di osservare delle montagne dalle cime
innevate, con tutto quel bianco che dalla vetta del cratere si spinge
poco oltre, verso il mare.
Sono emozionantissima. Il ponte della nave
si apre: davanti ai nostri occhi letteralmente una montagna. È il
profilo roccioso dell'isola, la parete interna di quello che secoli
fa era un vulcano. L'atmosfera è strana e la sensazione che mi
assale nell'immediato è quella di inquietudine. L'isola mi sembra
tutto a un tratto austera, sembra quasi inghiottire tutto ciò che
navighi nel suo mare blu, in quella ferita aperta millenni fa da una
catastrofica esplosione vulcanica. Scesi dalla nave ci dirigiamo in
un ufficio di fronte, per noleggiare un mezzo: si chiama Drossos, e
ci è stato consigliato dalla persona che gestisce il b&b in cui
alloggeremo. L'uomo che ci accoglie al banco ci propone inizialmente
una skoda a 25 euro al giorno (prezzi scontati per il periodo di
bassa stagione), ma noi vorremmo provare la smart crossblade che
abbiamo visto qualche giorno prima a Paros: è una Smart senza tetto
né parabrezza, e con due barre laterali sollevabili al posto delle
porte. Ci fa un prezzo davvero stracciato, dai 70 euro al giorno di
listino scende a 40, ma dice che sarà disponibile per il giorno
dopo, così decidiamo di noleggiare un buggy per il resto della
giornata. Ci organizza un pick up gratuito dal porto fino all'altro
ufficio di Oìa, dove ritireremo il mezzo. La professionalità
nell'ufficio Drossos di Oìa si rivela ben presto differente rispetto
a quella dei colleghi del porto: ci danno un buggy che subito dopo
scopriremo non avere nè frecce funzionanti nè freno a mano...
Riuscite bene a immaginare cosa significhi non avere il freno a mano
in un'isola come Santorini, tutta salite e discese.... La loro
risposta? "Beh, è roba cinese"... No comment...
Ci
avviamo verso il nostro hotel, Villa Anemoessa, situato a Finikia, un
villaggio poco fuori dal centro di Oìa (che risulta raggiungibile a
piedi attraverso una passeggiata di 10 minuti).
Ad accoglierci la
splendida Irini, che ci fornisce di mappe e preziosi suggerimenti sui
posti da vedere e, naturalmente, su ristoranti e taverne... Ormai
l'avrete capito che una delle nostre attività preferite è il
mangiare! Svelti sul nostro buggy ci dirigiamo a far benzina al primo
distributore, sulla strada per Imerovigli, e poi, percorrendo le
strade della costa nord orientale, nuovamente indietro verso Oìa a
godere del suo famoso tramonto. Parcheggiamo in uno dei tanti spiazzi
pubblici (a maggio si trova ancora posto, anche se non così
facilmente... non oso immaginare d'estate) e via verso il Castello,
uno dei punti più panoramici di tutta l'isola per godere di un
tramonto che illumini a sinistra l'isola di Thirasia, a destra i
mulini a vento di Oìa e in basso la piccola baia di Amoudi. Tanta
gente intorno a noi, sulle mura del vecchio castello e sui terrazzi
dei bar e delle case di Oìa, pronti per applaudire questo spettacolo
della natura. Purtroppo il cielo è leggermente velato, quindi il
nostro primo tramonto non sarà così indimenticabile.
Indimenticabili sono, invece, gli scorci delle cupole blu e delle
casette bianche che si possono scorgere dai vari vicoletti, e la
vista delle piscine tutte illuminate dei bei resort che popolano la
suggestiva Oìa.
Decidiamo di soffermarci qui per cena, per gustare
la vista del paese che piano piano si accende dalla terrazza del
ristorante Skala, uno di quelli che troverete nella via principale.
Prezzi non altissimi, ma ovviamente la filosofia del cibo a Santorini è diversa da quella di
Paros: posti meno autentici e meno caserecci con prezzi decisamente
più elevati.
Dopo
cena, dirigendoci verso il parcheggio, notiamo l'ufficio Drossos
ancora aperto. Chiediamo se sia già disponibile la Smart crossblade,
per evitare di tornare il giorno dopo, e ci mettono subito le chiavi
in mano. Il problema è che il tizio, ancora una volta poco gentile,
ci fa intuire che la macchina non possa essere disponibile al prezzo
pattuito col collega al porto: 40 euro al giorno sono troppo poche
per lui, così ci propone di tenerla solo per un giorno e tornare la
sera successiva, quando avesse concordato con gli altri colleghi il
prezzo da imporre. Ci rifiutiamo, in quanto abbiamo già pagato al
collega del porto il prezzo del noleggio per l'intero soggiorno e non
abbiamo intenzione di rivedere gli accordi presi. Così, di
malavoglia, ci lascia andar via con la nostra nuova macchinina tutta
scoperta, fantastica per le scorrazzate giornaliere ma non molto
ideale per le ventose serate di Santorini...
Intanto, una leggera
foschia avvolge tutta la caldera e il suo mare nero, e la sensazione
che mi pervade, mentre tutto intorno si fa buio, è nuovamente quella
strana inquietudine. Questa sensazione non mi abbandonerà mai per
tutto il mio soggiorno sull'isola, dandomi un pizzico di delusione
per delle aspettative in parte tradite: quella che doveva essere
l'isola dei miei sogni si rivela, invece, portatrice di vibrazioni
molto diverse da quelle regalatemi dalla ridente Paros
GIORNO
6: SANTORINI
La
giornata di oggi è dedicata all'esplorazione della parte meridionale
dell'isola, con la visita al sito archeologico di Ancient Thira e la
vicina Akrotiri. La prima è raggiungibile in macchina su per un
sentiero asfaltato e tortuoso; per i più temerari, il sentiero è
percorribile anche a piedi. Una volta arrivati a quella che sembra la
cima del sentiero, si paga il biglietto d'ingresso (2 euro a persona)
e si inizia la vera e propria salita per il sito storico dell'antica
città, che vi regalerà emozioni di qualsiasi tipo: dalla vista
delle rovine di chiese, agorà e antiche dimore al paesaggio che
domina tutto il mar Egeo e le baie di Perissa e Kamari.
Il sito è un
vero e proprio museo a cielo aperto, visitabile tutti i giorni,
tranne il lunedì, fino alle 14:30. Diverso il contesto di Akrotiri,
altro sito archeologico di importanza storica dell'isola, dove dimore
e perfino suppellettili di vita quotidiana sono state rinvenute in
perfetto stato di conservazione ma, proprio per garantirne la tutela
più totale, attorno all'intero sito è stata eretta una struttura
con tettoia che trasforma il sito in un contesto circoscritto e
visitabile da appositi percorsi in passerella, come se ci si trovasse
in un museo al chiuso. Il sito è visitabile tutti i giorni, tranne il lunedì, fino alle 17. Terminata la mattinata dedicata
all'antichità, decidiamo di seguire i consigli di altri turisti per
caso, e da Akrotiri ci spingiamo nel punto più a sud ovest
dell'isola, dove c'è un faro e due trattorie a conduzione familiare
lungo la strada per arrivarci. Ci fermiamo nell'ultima, prima di
raggiungere il faro, "da Georgis", il cui cartello recita
la presenza di pesce fresco. Peperoni fritti, polpette di carne,
polpette di pomodoro, patatine e triglie alla griglia, a € 32.
Placata la nostra fame, percorriamo a ritroso la strada verso
Akrotiri e proseguiamo più avanti a destra per Emporio, piccolo
villaggio tradizionale, di poche case e nessun negozio di souvenir.
Appena ripresa la strada che risale verso Thira, svoltiamo a sinistra
in una stradina che porta a dei mulini a vento, di cui solo uno
risulta in un discreto stato di conservazione. La vista da lì,
comunque, merita. Proseguendo verso Thira, svoltiamo poi a desta per
Pyrgos, altro paesino tradizionale.
Quì una vecchina greca mi chiede di aiutarla per scendere una rampa di scale, e finisce che l'accompagniamo lungo un pezzetto di paese, fino ad un bar, dove mi dona il piccolo ramoscello di geranio rosa che tiene in mano. Lo custodisco gelosamente tra le pagine del libro che ho portato con me, per farlo appassire e averlo per sempre come ricordo. A Pyrgos visitiamo il castello, ma siamo circondati di turisti: pur essendo maggio, Santorini è comunque tanto visitata, complici le numerose navi da crociera che ogni giorno vi fanno scalo. Ci manca quell'intimità di Paros, e pensiamo comunque di aver indovinato il periodo più adatto per visitare le isole, potendo solo immaginare il trambusto santoriniano in piena estate. Passaggio veloce da Oìa, stavolta dalla parte dei suoi mulini, ma cielo troppo grigio per poter gustare di uno splendido tramonto; quindi stop in hotel per una doccia e una cena veloce, e poi giù alla baia di Amoudi per ammirare Oìa tutta illuminata, dal basso. Ma, delusione: da Amoudi non si scorge se non un piccolo scorcio di Oìa, quindi torniamo indietro decisi a riposare un pò di più, essendo la mia sveglia naturale suonata molto presto questa mattina
GIORNO
7: SANTORINIQuì una vecchina greca mi chiede di aiutarla per scendere una rampa di scale, e finisce che l'accompagniamo lungo un pezzetto di paese, fino ad un bar, dove mi dona il piccolo ramoscello di geranio rosa che tiene in mano. Lo custodisco gelosamente tra le pagine del libro che ho portato con me, per farlo appassire e averlo per sempre come ricordo. A Pyrgos visitiamo il castello, ma siamo circondati di turisti: pur essendo maggio, Santorini è comunque tanto visitata, complici le numerose navi da crociera che ogni giorno vi fanno scalo. Ci manca quell'intimità di Paros, e pensiamo comunque di aver indovinato il periodo più adatto per visitare le isole, potendo solo immaginare il trambusto santoriniano in piena estate. Passaggio veloce da Oìa, stavolta dalla parte dei suoi mulini, ma cielo troppo grigio per poter gustare di uno splendido tramonto; quindi stop in hotel per una doccia e una cena veloce, e poi giù alla baia di Amoudi per ammirare Oìa tutta illuminata, dal basso. Ma, delusione: da Amoudi non si scorge se non un piccolo scorcio di Oìa, quindi torniamo indietro decisi a riposare un pò di più, essendo la mia sveglia naturale suonata molto presto questa mattina
Ultimo
giorno a Santorini, e decidiamo di dedicarlo a ciò che ci manca da
visitare dell'isola: Thira, Firostefani e Imerovigli. Per le gite di
cui ho letto negli altri racconti, come quella al vulcano, non
abbiamo avuto tempo, né maggio rappresenta proprio la stagione
adatta per fare un bagno nelle acque fredde dell'egeo. Per quanto
riguarda la cena sul veliero al tramonto, per vedere anche Oìa da
sotto... beh, se avete tempo potrebbe sicuramente essere molto
interessante, altrimenti la vista dell'isola che si ha entrando nella
caldera con il traghetto ne rende piena giustizia.
Thira:
grossa delusione! Affollata di turisti e negozi di souvenir (in cui
probabilmente si acquista a prezzi più bassi che da altre parti),
non ha nulla, ai miei occhi, del fascino di Oìa. Proviamo la discesa
a piedi verso il suo porticciolo, e una volta lì troviamo
altrettanti bar e ristoranti iper turistici, quindi decidiamo di
risalire, stavolta in groppa ad un asinello. La condizione in cui
tengono questi animali lungo la stradina per il porto è deplorevole,
sono tutti lì ammassati gli uni accanto agli altri, senza alcuno
spazio vitale. Per questo, durante la risalita, decido di rispettare
al massimo il mio "destriero", facendogli fare tutte le
pause che merita, lasciando lui a riposare e me a godere della
splendida visuale attorno. Acquistato, di rito, il pelouche
dell'asinello che diventerà la mascotte della nostra vacanza,
proseguiamo verso Firostefani, uno dei punti più panoramici
dell'isola. Facciamo un giro a piedi per la stradina principale e
poi, in preda ai morsi della fame, alla ricerca della suggeritaci
taverna Kritikos: giù da Thira seguendo la strada per l'aeroporto,
arrivati a Messaria girate a sinistra, e poi subito a destra,
seguendo le indicazioni del Wine Museum. Superate il Museum e sulla
sinistra vi troverete questa piccola trattoria sulla strada, con una
verandina, frequentata da soli greci. Molto cheap e specializzata in
carne alla griglia (€ 25 in due), all'esterno la sua locandina
recita "XL sizes, XS prices".
Alla sua destra si osserva Oìa e alla sua sinistra Firostefani e
Thira, in un groviglio di case e vicoli bianchi, con piscine a
terrazza sul mare. Penso sia splendido percorrere il sentiero a piedi
che parte da lì e raggiunge Thira, ma nuovamente prevale
l'ottimizzazione delle attività da fare in funzione del tempo ormai
rimasto. Torniamo così in hotel, ci godiamo un'ora di sole a bordo
piscina, e poi nuovamente alla volta di Oìa: stasera il tramonto si
prospetta spettacolare... E così è, ma ovviamente non solo per noi.
Torniamo al castello, ma troupe di fotografi ci impediscono di
stazionare lì: il sole promette uno spettacolo senza precedenti per
non approfittarne e girare scene di film o servizi fotografici...
Così, saliamo sul tetto di una casetta vicino al castello e
stazioniamo accanto ad una coppia di olandesi per gustarci il saluto
che l'isola ha in serbo per noi, prima della nostra partenza.
Ricambiato questo regalo con un lungo applauso, torniamo verso
Imerovigli: voglio scattare delle foto da lì verso Firostefani e
Thira illuminate a presepe, così scegliamo il Blue Note per una cena
su terrazzo con vista caldera (prezzi altini ma non proibitivi: €
40 in due, e una pasta fatta in casa molto buona), e subito dopo
troviamo il nostro angolo dal quale goderci la vista delle lucine
lontane. Il momento valigia è arrivato, e con esso la solita
tristezza. Santorini mi ha un pò delusa, anni luce lontana dalla
maggiore autenticità di Paros o Folegandros. Ma i tramonti Oìa e
gli scorci di Imerovigli mi si sono impressi nel cuore..
GIORNI 8 E 9: FOLEGANDROS
GIORNI 8 E 9: FOLEGANDROS
È
arrivato il momento di andar via... Gli ultimi saluti a Irini e famiglia e giù verso il porto, per riconsegnare la nostra macchina. Il
traghetto della Nel Lines spunta all'orizzonte: sono le 9 del
mattino, è ora di imbarcarsi per una nuova esperienza. Stavolta il
nostro viaggio sarà su una nave più simile ad un traghetto vero e
proprio, ma dotato comunque di comode poltrone e ogni comfort. Una
raccomandazione: qualora doveste prenotare in anticipo sul web i
biglietti per i traghetti, come abbiamo fatto noi, controllate sempre
sul sito della compagnia qualche giorno prima gli orari di partenza
aggiornati, dal momento che talvolta possono ritardare un pò o
tagliare delle fermate di mezzo e quindi anticipare il vostro arrivo
sull'isola cui siete diretti.
Solito ponte che si abbassa, e di fronte ai nostri occhi uno spettacolo della natura: un'isola rocciosa come Santorini, ma tanto tanto più "sorridente", ricolma di vegetazione e tanto calore. La sensazione che mi assale è la stessa che mi ha accolta al mio arrivo a Paros, e l'inquietudine di Santorini svanisce nel giro di pochi minuti.
Solito ponte che si abbassa, e di fronte ai nostri occhi uno spettacolo della natura: un'isola rocciosa come Santorini, ma tanto tanto più "sorridente", ricolma di vegetazione e tanto calore. La sensazione che mi assale è la stessa che mi ha accolta al mio arrivo a Paros, e l'inquietudine di Santorini svanisce nel giro di pochi minuti.
Ad attenderci al porto,
Yiannis e il furgoncino dell'hotel Provalma, spettacolari studios
situati ad Ano Meria, con vista dall'alto sull'egeo e sulla chora. Appena arrivati in camera, io inizio a sistemare i bagagli e Francesco va in città accompagnato da Yiannis, per noleggiare un
mezzo: sulla strada dal porto ad Ano Meria realizziamo subito quanto
il quad si riveli il mezzo più adatto anche su quest'isola.
Purtroppo il prezzo non é quello di Paros, ma i giorni di noleggio
sono solo due, quindi il nostro nuovo compagno di avventura sarà
ancora una volta un kimco 150 a 25 euro al giorno (nessuno sconto dovuto
alla bassa stagione). Altra curiosità: leggevo in un altro diario di
viaggio che a Folegandros nessuno consegna gratuitamente delle mappe
per girare l'isola, e confermo a pieno! Abbiamo acquistato una mappa
al costo di 3 euro presso un mini market a Chora, ma più per lo
sfizio di aggiungerla alla nostra collezione di viaggio, piuttosto
che per scoprire su quali itinerari avventurarci: l'isola, infatti,
si snoda intorno ad un'unica via principale, dal porto ad Ano Meria,
e qualche stradina laterale, senza sbocco, e percorribile solo se in
possesso di quad e di guidatore provetto.
Sono i sentieri che conducono alle baie dell'isola, che lambiscono un mare dai colori imbarazzanti a bellezza. A nord, oltrepassato il villaggio di Ano Meria, e avventuratici giù per le stradine sterrate, le baie di Ag. Georgios, Lygaria e quella di Ambeli regalano panorami mozzafiato, costellati da chiesette poste in cima alle colline, e tutt'intorno campi terrazzati e muretti a secco.
Sono i sentieri che conducono alle baie dell'isola, che lambiscono un mare dai colori imbarazzanti a bellezza. A nord, oltrepassato il villaggio di Ano Meria, e avventuratici giù per le stradine sterrate, le baie di Ag. Georgios, Lygaria e quella di Ambeli regalano panorami mozzafiato, costellati da chiesette poste in cima alle colline, e tutt'intorno campi terrazzati e muretti a secco.
Ovunque casette diroccate trasformate in ovili improvvisati, e capre
e asinelli che pascolano in libertà o quasi, con le zampe legate
affinché non possano allontanarsi di tanto dal controllo del loro
pastore: quì sembra che il fulcro dell'economia sia proprio la
pastorizia, e gli animali da pascolo sono una fonte di ricchezza
immane per gli abitanti dei villaggi come Ano Meria, piccolo borgo rurale composto da pochissime case, un forno tradizionale, una
casa/museo del folklore e tre taverne, e nelle cui strade gli unici
mezzi in cui vi imbatterete saranno gli asinelli carichi di merci o
il vecchio autobus che parte dal porto e attraversa tutta l'isola
nella sua lunghezza (circa 14 km).
Ad Ano Meria ci si sente immersi
in un'atmosfera di autenticità, quello è il modo in cui vivono i
400 abitanti greci dell'isola, e se vi fermerete alla taverna Mimis
avrete anche l'opportunità di assaggiare piatti tipici della
tradizione locale ad un prezzo adatto a tutte le tasche (€ 23).
Dopo aver calpestato il palcoscenico della teatrale Santorini, siamo
nuovamente immersi in una realtà fatta di verità, tradizioni e
folklore, quella del cibo semplice e del vino locale, di un inglese
masticato, sebbene a strascichi, anche dagli anziani locandieri che
con un sorriso ti offrono orgogliosi, a fine pasto, un assaggio di
dolce locale. Ovviamente i vecchietti dei paesi fuori dalla Chora
hanno nei loro occhi la diffidenza legata alla figura di un turista
che invade la loro piccolissima realtà, soprattutto quando ti vedono
in sella ad un rumorosissimo quad che disturba la quiete del loro
villaggio, ma con un "kalimera" o "yasas" che
sia, conquisterete generalmente la loro fiducia.
La Chora è il
villaggio principale dell'isola, ricolmo di chiesette, vicoli e case
dalle finestre e porte blu, verdi e rosse, incorniciate dal profumo
di rose, gerani e gelsomini. La vita si riunisce nelle tre piazzette
centrali, che accolgono indigeni e turisti nei salottini fatti di
sedie colorate, sotto i pergolati di taverne, caffè e ristoranti.
Qualsiasi momento sembra quello giusto per la gente della Chora per
rifornirsi di scorte nei piccoli market, salutare la vicina che
lavora al forno, rinfrescarsi e giocare a carte fra amici nei
tavolini di un bar e salutare con un sorriso il tuo passaggio e la
tua sosta in taverne come Spitiko, To Sik (o, anche, Chic) e Asigritos.
Dalle stradine dietro al vecchio kastro, ormai quartiere
residenziale, parte il sentiero percorribile solo a piedi e diretto
alla chiesa della Panaghia, mentre dalla parte opposta del paese si
aprono dei sentieri sterrati (percorribili in quad, ma con molta
attenzione) che conducono alla chiesa di Ag. Eleftherios, in alto
vicino alle antenne, a quella di Ag. Nikolaos, ormai trasformata in
ovile, e a quella di Evangelistria. Se volete un tratto di mare
raggiungibile con un mezzo motorizzato e senza troppa fatica, la baia
di Angali fa al caso vostro. Porticciolo intimo e riservato, con due
taverne sulla spiaggia: non ci abbiamo mai mangiato, ma penso proprio
abbiano del buon pesce fresco.
Il nostro soggiorno a Folegandros
scorre, dunque, così, tra paesaggi e vicoli, immerso in una calma
totale e volge pian pianino verso il termine, anticipato di qualche
ora a causa di una notte ventosa che ha portato mare molto grosso. Il
telefono suona alle 8:30 del mattino e l'agenzia locale Diaplous ci
avvisa con molta professionalità e tempismo che la nave veloce
seajets delle 13:15 è stata cancellata, e al suo posto partirà un
traghetto più robusto (ma ovviamente più lento) alle 10. Il vento
che fuori spazza ogni cosa sta portando via anche noi troppo
velocemente da quest'isola, direzione Milos... Ahimè ultima tappa :(
GIORNO 10: MILOS
GIORNO 10: MILOS
Il
traghetto Ag. Georgis che viene a recuperarci nella ventosa
Folegandros porta un pò di ritardo, a causa delle non ottime
condizioni di navigazione. Approdiamo, così, a Milos intorno alle
13:30, e troviamo ad attenderci Nancy dell'hotel Psaravolada.
Lei
stessa ci accompagna a noleggiare una macchina nell'ufficio di fronte
al porto, che è anche un'agenzia viaggi (Sun Sophia). Lì ci
confermano che la seajets, purtroppo, è avvezza a cancellare i
propri transfer in presenza di mare grosso, per cui chiediamo loro di
avvisarci nel caso si presenti questa possibilità il nostro ultimo
giorno di permanenza sull'isola.
Milos si presenta abbastanza brulla
ai nostri occhi, immersa in un paesaggio collinare di strade
prevalentemente sterrate: considerate che soltanto la parte a destra
(la nord est) dell'isola è popolata da abitazioni e locali, ed è
pertanto servita da una rete stradale. La parte ad ovest è
totalmente disabitata, e servita soltanto da percorsi sterrati.
Decidiamo, comunque, di avventurarci alla scoperta di quanto più
possibile nei nostri prossimi 3 giorni, contemplando anche una visita
alla parte disabitata dell'isola, e noleggiamo pertanto una piccola
jeep al prezzo di 40€ al giorno. Paghiamo, intanto, i primi due
giorni di noleggio e per il terzo si vedrà, a seconda della nave che
riprenderemo per tornare al Pireo. Accompagnati da Nancy, ci
dirigiamo immediatamente in hotel (anch'esso in una stradina sterrata
del sud dell'isola, vicino a Kyriaki) e lì, accolti dalla splendida
Dimitri, prendiamo quante più informazioni possibili sui posti da
vedere. Cartina alla mano, decidiamo di dedicare ciò che resta della
giornata (tutto il primo pomeriggio) alla visita della parte ovest
dell'isola, in modo da avere un'altra giornata piena per la visita
alle spiagge più belle e ai borghi più caratteristici dell'isola. I
piani per il nostro terzo giorno li lasciamo in sospeso in funzione
del traghetto. Sosta a Zefiria per un pranzetto veloce da Petrino
(proprio di fronte la chiesa ortodossa), e via verso Agia Marina,
ultimo tratto di strada asfaltato prima di addentrarci nei sentieri
su per la collina. Se progettate una gita da quelle parti, ricordate
che non ci sono nè bar nè negozietti in cui rifocillarvi, quindi
portate dietro tutto ciò che potrebbe servirvi, in base alle vostre
esigenze. Lo scenario che si apre davanti ai vostri occhi è comunque
suggestivo: percorrendo i sentieri attorno al monte Profitis Ilias
(quello con le antenne in cima.. non chiedetemi il perché di questa
fissazione di Francesco durante la vacanza!), attraverserete anche
le miniere dell'isola, e la roccia cambierà più volte colore
davanti ai vostri occhi, passando dal rossiccio sulfureo al bianco
più candido. Tutt'intorno, tante caprette saltellanti, un panoramico
scorcio della caldera con la Plaka nello sfondo e... nulla più! Se
avete tempo, e soprattutto voglia di camminare, nel punto più a sud
ovest dell'isola troverete la spiaggia di Kleftiko, che dicono sia
una delle più belle dell'isola, raggiungibile solo via barca da
Adamas (il porto principale dell'isola) o percorrendo un sentiero a
piedi. Tenete a mente che le indicazioni stradali in tutta l'isola
sono generalmente pessime, e la maggior parte dei cartelli sono
scritti in greco, quindi occhio vigile sempre! Sulla strada del
ritorno siamo saliti su fino alla Plaka:
a differenza degli altri villaggi visitati nelle precedenti isole, ci
siamo trovati di fronte ad un dedalo di viuzze percorribili anche in
automobile, in corsie a doppio senso larghe poco più di una macchina, e salite ripide tra le abitazioni:
scarsa la segnaletica in merito ai parcheggi o alle direzioni da
prendere, quindi più volte ci siamo trovati in vie senza uscita
(praticamente a casa delle persone!), rimpiangendo i bei centri
pedonali della Chora delle altre isole. Noi abbiamo trovato un
piccolo parcheggio in alto alla Plaka, vicino al castello, e lasciata
la jeep li, ci siamo diretti su in cima al castello per godere dello
spettacolo del tramonto.
Lungo la salita affiancherete due chiesette
piccole, una chiesa più grande, dal mosaico in pietra esterno, fino
a giungere in cima al kastro, dove troverete un'altra chiesa, quella
che domina tutta la Plaka, e che si vede anche avvicinando le coste
dell'isola in barca. Purtroppo non ricordo i nomi delle chiese, ma
non potrete sbagliarvi. Il panorama da lì è suggestivo, si vede il
sole tramontare a picco sul mare, in un gioco di ombre con il
campanile della chiesa sottostante. Bello sicuramente, ma tanto tanto
ventoso: il forte vento che soffia da sud non ci ha abbandonato per
tutta la giornata (e lo ritroveremo anche nei giorni successivi), e
ci costringe a scendere giù verso la Plaka prima che lo spettacolo
del tramonto termini del tutto. Giunti al parcheggio, propongo un
giro veloce per i vicoli del paese, ma la stanchezza pende il
sopravvento: la mia resta una semplice proposta, rinviata al giorno
successivo, a favore di una doccia e una cena in hotel, prima di
andare a dormire
GIORNO
11: MILOS
Sveglia
alla solita ora, ma la stanchezza dei giorni di vacanza precedenti
inizia a farsi sentire notevolmente: abbiamo vissuto ogni singolo
istante al massimo, sfruttando tutto il tempo possibile per conoscere
ogni angolo più recondito delle isole precedenti, assetati da una
curiosità e uno stupore tutto nuovo, ma adesso sentiamo il bisogno
di allentare un pò. Oltre a ciò, sento leggermente scemare il mio
entusiasmo: mi sembra di trovarmi in un'isola che di greco abbia
poco... O, almeno, di quel greco che fa di un'isola cicladica un'oasi
a parte rispetto alla seppur maestosa Atene: poche le abitazioni dal
bianco candido e le finestre azzurre, molte le opere edilizie non
terminate, totale assenza di asinelli in circolazione, niente vicoli
suggestivi, niente distese di campagne puntellate da chiesette.
Insomma, l'isola è immersa in una "modernità" dal sapore
decisamente poco cicladico, una realtà dei giorni nostri, niente
atmosfera sospesa in altri tempi, niente scorci di vita rurale. Milos
è autentica nel suo vivere moderno, nella ciminiera della sua
centrale di energia elettrica che guarda al porto, ma è
un'autenticità che poco aggiunge alla mia curiosità e alla mia
voglia di esplorazione. Non so, dunque, se sia più per la stanchezza
crescente o per una riduzione dell'entusiasmo, che percorro i vicoli
della Plaka senza addentrarmi nella sua "anima" fino in
fondo e mi basta un semplice giro in macchina tra le viuzze della
vicina Tripiti per placare la mia voglia di visitarla a piedi.
Suggestiva, invece, la visita a Klima,
borgo di pescatori a sud della Plaka, che
mette in bella mostra i suoi coloratissimi syrmata, piccoli garage al
piano terra delle abitazioni, utilizzati come rimesse per le barche
dei pescatori.
Ci sarebbe piaciuto pranzare lì sul posto, in qualche
taverna gestita da pescatori, e godere della soddisfazione di un
pesce appena pescato, ma a Klima ci sono solo abitazioni, peraltro
disabitate almeno in questo periodo dell'anno. Perciò, guidati dalla
voglia di pesce fresco, non esattamente il fulcro della cucina di
Milos, ci dirigiamo verso il villaggio di Pollonia, secondo porto
dell'isola, un agglomerato di casette abbastanza tranquillo e
tradizionale, e ci soffermiamo alla taverna Armenaki gustando uno dei pasti più buoni in assoluto durante la nostra vacanza: porzioni molto abbondanti, sorbetto finale offerto dalla casa e un
servizio impeccabile. Forse ad
eccezione della più turistica Santorini, lo spirito imprenditoriale
dei ristoratori incontrati su queste isole è davvero eccellente:
raramente ti imbatti in chi abbia voglia di truffare il turista (come
potrebbe, invece, accadervi nelle agenzie di noleggio quad e
automobili), la loro priorità è quella di servirti in maniera
impeccabile, destreggiandosi anche nella tua lingua, offrendoti
sempre il dolce a fine pasto e regalandoti il gusto di un ottimo
pranzo o cena e la voglia di tornare.
Un discorso a parte meritano le
spiagge dell'isola, o almeno le poche che abbiamo visitato: a causa
della sua formazione rocciosa, Milos accoglie al suo interno baie dal
fascino indescrivibile, lambite da acqua cristallina. Basti pensare a
Papafragas, un'insenatura ai piedi delle rovine del vecchio
insediamento di Filakopi, o alle spiagge di Paxaina e Mytakas (anche
in quest'ultima potrete ammirare i syrmata del piccolo villaggio di
pescatori).
Ma su tutte splende incontrastata la baia di Sarakiniko,
una piccola lingua di sabbia e acqua cristallina incastonata tra le
rocce di un bianco lunare. Per il tramonto decidiamo di trovare il
monastero abbandonato ai pressi di Agia Marina, dal quale si dice si
goda di uno dei tramonti più belli dell'isola. Ma probabilmente
arriviamo troppo tardi per poterne ammirare lo splendore, dal momento
che il sole è già basso dietro le colline e lo spettacolo sembra
già svanito. Ci dirigiamo, quindi, verso Adamas ad acquistare
qualche souvenir e poi a cena da O Xamos, poco più avanti di Adamas,
sulla strada che va verso il sud dell'isola. Abbiamo letto di questo
locale da più parti e decidiamo di provarlo: troviamo tutto ciò che
qualcun'altro ha ampiamente decantato, tazze di coccio, sacca di tela
con le posate da appendere alla sedia, menù scritto a mano in varie
lingue (tra cui l'italiano) e dei piatti davvero gustosi. Neanche a
dirlo, servizio eccellente e dolcetto a fine pasto. La giornata è
stata poco ventosa rispetto alla precedente, ma adesso il vento
inizia a soffiare nuovamente più forte. Sono pensierosa per
l'indomani, per il nostro traghetto..
GIORNO
12: MILOS-PIREO
Il
vento soffia forte già dalla mattina, chiediamo informazioni sul
nostro traghetto della seajet ma è ancora troppo presto per sapere
se lo cancelleranno o no. Decidiamo, allora, di non rischiare e
prenotiamo due posti sulla Ag. Georgis, la cui partenza è prevista
per le 12:45 e il tempo di traversata pari a 7 ore... Stavolta non
riusciremo ad ottenere indietro l'intero importo dalla seajet, dal
momento che non si sa ancora se la traversata verrà cancellata o
meno, ma con il 50% di rimborso compriamo gli altri due posti in
prima fila per la traversata infinita... Qualora dovessi
riprogrammare una vacanza di questo genere, cercherò di evitare da
principio le navi super veloci, a causa della loro inaffidabilità
operativa, optando già in partenza per le più lenti ma affidabili
navi traghetto. Ancora una volta, dovremo lasciare prima del previsto
l'isola in cui ci troviamo, ma non essendoci innamorati
particolarmente di Milos, la cosa non ci affligge notevolmente.
Cerchiamo di sfruttare al meglio le due ore che ci restano prima del
traghetto, e optiamo per una visita al Milos
Mining Museum
e, successivamente, una scappata al porto di Mandrakia, restituendo
la macchina in tempo entro le 48 ore già saldate. La nave che ci
porterà via da questa splendida vacanza è già all'orizzonte, e le
Cicladi sembrano già un lontanissimo ricordo. Qualche lacrimuccia e
via a bordo della traversata infinita, destinazione ultima notte al
Pireo per il volo di rientro dell'indomani.
Una
piccola nota finale vorrei riservarla all'aspetto economico della
vacanza: credevo che le isole Cicladi fossero molto costose e
inaffrontabili. In realtà, siamo riusciti a pianificare un tour
indimenticabile mantenendo piuttosto basso il badget di spesa: per 12
giorni, abbiamo speso 1200 euro a testa,
comprensivi
di tutto (voli, traghetti, hotel, noleggi, benzina, ristorazione e spese extra). Ma,
come avrete potuto leggere, abbiamo scelto di soggiornare in
strutture piuttosto eleganti e ci siamo permessi il lusso di un
pranzo e una cena fuori quasi ogni giorno. Volendo, quindi,
risparmiare notevolmente è possibile progettare lo stesso tour
spendendo ancora meno dei 100 euro al giorno nostri.
per un soggiorno di una settimana di tutto relax, tra paros e santorini, consiglieresti paros?
RispondiEliminaCiao! Sicuramente Santorini merita una visita, per i suoi scorci da cartolina. Ma Paros trovo che abbia più da offrire, per un turismo che non sia quello "mordi e fuggi" delle navi da crociera. Se hai una settimana a disposizione, suggerirei di trascorrere 5 giorni in totale relax a paros, e poi spostarti gli ultimi 2 a Santorini, da cui magari ti viene anche comodo riprendere il volo per tornare in Italia
Eliminagrazie,gjina!
Eliminaciao gjina! per le vacanze estive, vorrei andare a santorini ma, il leggere che tu l'hai trovata un posto inquietante, mi rende un po' perplessa. come mai hai avuto questa impressione?
RispondiEliminaCiao bebetta, innanzitutto grazie per aver dedicato tempo al mio racconto :)
RispondiEliminaSantorini è un posto splendido, ma la sua conformazione geografica, prettamente vulcanica, la rende molto più "spigolosa" di altre isole gemelle... Se a questo aggiungi la consapevolezza che quel vulcano, sebbene silente, sia ancora vivo... e le sensazioni suscitate agli occhi da una distesa sterminata di acqua tutta intorno, dal fondale ovviamente scuro (di roccia e pietra lavica), ecco il perchè della mia sensazione di inquietudine... :)
capisco perfettamente!....ci penserò su.
RispondiEliminase ci andrò, ti farò sapere le mie impressioni.
grazie!
Ciao bella, intanto complimenti ed in bocca al lupo per questa nuova esperienza da blogger, sono certa che avrai grandi soddisfazioni. Essendoci cresciuta poi io in Grecia, non potevo fare a meno di farmi un giro tra questi articoli:) Chissà magari un giorno recensirai anche la "mia" piccola Leros. γειά σου
RispondiEliminaCiaoooo! Grazie per la visitina, e rimani connessa che a breve pubblicherò il racconto di altre 3 isolette... Spero anch'io di raggiungerti, prima o poi, nel tuo piccolo paradiso... magari quest'estate! :)
RispondiElimina